Gli scopi della psicologia positiva possono essere definiti
in questi termini: "catalizzare una modificazione dell'interesse centrale
della psicologia, spostandolo dalla preoccupazione di porre rimedio agli
aspetti peggiori della vita alla costruzione anche di qualità positive" (Seligman,
& Csikszentmihalyi, 2000),
Secondo Seligman e Csikszentmihalyi questi obbiettivi possono essere raggiunti
attraverso l'intervento articolato su più livelli, in particolare::
- sviluppare una concezione
della buona vita che si fondi su
evidenze empiriche ma che sia allo stesso tempo comprensibile e attrattiva
- mettere in evidenza i
comportamenti e gli interventi che possano favorire il benessere, lo
sviluppo positivo dell'individuo e la prosperità della società
- individuare quali tipologie
di famiglie incoraggino uno sviluppo ottimale dei bambini, quali ambienti
di lavoro permettano un'esperienza soddisfacente ai propri lavoratori,
quali tipologie di politiche favoriscano un alto impegno sociale e infine attraverso quali strategie si
possano raggiungere stili di vita gratificanti per un'esistenza degna di
essere vissuta.
Al momento si contano due associazioni internazionali di
psicologia positiva: la International
Positive Psycology Association (IPPA) e lo European Network of Positive Psychology (ENPP) ed anche una a livello nazionale: la Società Italiana di Psicologia Positiva (SIPP), sono inoltre già
molti i programmi di formazione post-laurea che si stanno diffondendo all'estero
e anche in Italia.
La psicologia positiva non è peraltro nuova a questo tipo
di obiettivi ed interventi, in precedenza già Carl Rogers nel’ambito della psicologia umanistica definì
il benessere come il “funzionamento ottimale”, e Antonovsky coniò il termine salutogenesi riferendosi al benessere nella sua accezione più ampia
e all’individuazione di quei fattori che favoriscano uno stato di salute a
trecentosessanta gradi determinato dalle qualità positive presenti ne l’individuo
a livello cognitivo, emotivo e comportamentale.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha
definito già da tempo la salute come qualcosa di più della mera assenza di
malattia definendola come una serie di funzionamenti positivi a livello fisico,
psicologico e sociale sposando il modello biopsicosociale di Engel e
focalizzando l’attenzione principalmente sul concetto di prevenzione piuttosto che su quello di cura.
Riccardo Cazzulo
Riferimenti bibliografici:
Seligman,
M.E.P. & Csikszentmihalyi, M. (2000). Positive psychology. American Psychologist, 55, 5-14.
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