venerdì 27 giugno 2014

Studi sperimentali sulla Biodanza

La realizzazione di progetti sperimentali sulla Biodanza, come quello che si è svolto in Germania presso la facoltà di Bioscienze e Psicologia dell’Università di Lipsia, di seguito riportato, o come quello eseguito in Italia dalla Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute della Sapienza Università di Roma, rappresentano delle vere e proprie sfide essendo tali indagini molto onerose in termini di tempo, denaro e lavoro. E’ necessario il sostegno finanziario di università, fondazioni indipendenti o associazioni di categoria (Stuck & Villegas, 2008). Grazie all’impegno e alla perseveranza di alcune componenti all’interno del mondo della Biodanza è stato possibile ottenere diversi risultati soddisfacenti in termini di ricerca scientifica e di progetti in ambito riabilitativo e di promozione della salute.


STUDI SPERIMENTALI SUGLI EFFETTI DELLA PRATICA DELLA BIODANZA. FACOLTÀ DI BIOSCIENZE E PSICOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ DI LIPSIA.

Si tratta del primo progetto importante in ordine di tempo in riferimento alla Biodanza, è una ricerca sperimentale complessa in quanto si è svolta i due fasi differenti e comprende anche i risultati di alcuni dottorati di ricerca in tipologie di gruppi differenti.
Tutte le ricerche sono pubblicate nel testo di Stuck e Villegas (2008) e di seguito riassunte.

Nel 1997 Alejandra Villegas (Argentina) e Markus Stuck (Germania) insieme ai direttori della scuola di Biodanza di Buenos Aires Raul Terren e Veronica Toro sviluppano il progetto di studio dei meccanismi di psicologia e medicina dello stress relativamente al Sistema Biodanza. Il progetto sperimentale è stato seguito dalla facoltà di Bioscienze dell’Università di Lipsia e dal 2003 vi ha preso parte anche il Zentrum fuer Bildungsgesundheit di Lipsia. Vi hanno collaborato anche la Facoltà di Psicologia dell’Università e l’Istituto di Immunologia di Lipsia, l’Istituto di ricerca sullo Stress di Berlino, la Facoltà di Psicologia dell’Università Abierta Interamericana di Buenos Aires Argentina e il Mozarteum – Centro di Ricerche Musicali di Salisburgo.
Il progetto si è svolto in due fasi, 1998-1999 a Buenos Argentina e 2001-2003 a Lipsia e Colonia, in Germania hanno partecipato più di 400 persone (rispettivamente 150 e 250 nelle due fasi). Sono stati adottati modelli di controllo con altre discipline (yoga, aerobica). Lo studio ha analizzato con diversi parametri psicologici, fisiologi, immunologici ed endocrinologici diversi gruppi di partecipanti a gruppi settimanali di Biodanza (potevano avere la durata di dieci incontri oppure di nove mesi con 4 incontri mensili) e di partecipanti a seminari intensivi di due giorni.
In seguito sono stati avviati altri studi su gruppi di pazienti in psicoterapia, di insegnanti di scuola e gruppi di anziani residenti in casa protetta in Germania. Sono stati studiati modelli dell’attivazione del sistema simpatico, processi di regolazione del sistema neuro emozionale e i sistemi di protezione del sistema vegetativo-emozionale che hanno evidenziato significativi miglioramenti dell’umore e della vitalità. Gli effetti della pratica della Biodanza sui sistemi immunologici ed endocrinologi dei partecipanti (tramite la rilevazione dell’immunoglobulina secreta e dei leucociti, anticorpi e di ormoni come il cortisolo, l’adrenalina, corticotropina, adrenocorticotropo) forniscono interessanti indicazioni sul potenziamento del sistema immunitario. Ulteriori indagini sono state eseguite mediante test su effetti psicologici e fisiologici utilizzando questionari su cambiamenti comportamentali ed esperienziali oltre a test di rilassamento in tre fasi e test su pressione sanguigna, resistenza della pelle (HMEM) monitorata per 48 ore, test quest’ultimo integrato a un questionario e a scale di rating per la valutazione della condizione rilevata. Sia in Germania che in Argentina sono stati registrati effetti significati che indicano un interessante miglioramento del sistema immunitario (aumento dell’ Ig) oltre a una positiva attivazione del sistema cardio-circolatorio.
I ricercatori hanno sintetizzato i seguenti rilevamenti:
Riduzione di sintomi psicosomatici
Aumento di rilassamento e distensione
Aumento dell’ottimismo
Aumento dell’autoefficacia percepita
Migliore regolazione della rabbia
Miglioramento delle competenze socio-affettive
Diminuzione degli stati depressivi
Cambiamento delle visioni future
Aumento della capacità di abbandonarsi alla vita
Aumento della sensibilità musicale.


Riferimenti bibliografici e sitografici:

Stuck, M., & Villegas, A., (2008). La salute attraverso la danza? Ricerche empiriche
sulla Biodanza. Milow: Schibri-Verlag.

http://www.biodanzaitalia.it/content/studi-sperimentali-sugli-effetti-pratica-biodanza

domenica 1 giugno 2014

USA contro John Lennon

Il film è un documentario sul periodo dell'attivismo politico di John Lennon, soprattutto negli anni che vanno dal 1966 al 1976 e si costituisce di numerose interviste a parenti, amici, collaboratori o autorevoli opinionisti. La prima parte del documentario descrive brevemente le origini familiari del cantante, sostenendo che siano state la base per le sue idee ribellistiche ed anti-autoritarie.
La seconda parte, sicuramente più approfondita, descrive non solo le eclatanti proteste per la pace fatte da Lennon e sua moglie Yoko Ono ma pure le continue "pressioni" da lui subite da parte dell'amministrazione Nixon affinché lasciasse gli USA.

(Mancano alcuni minuti iniziali)




U.S.A. contro John Lennon (The U.S. vs John Lennon)
Dalla seconda metà degli anni sessanta negli Stati Uniti, come è noto, si svilupparono numerosi movimenti antagonisti contrari all'establishment e alla sua espressione più odiosa, costituita dall'intervento armato in Vietnam e successivamente in Cambogia. Uno degli esponenti più scomodi per l'amministrazione Nixon non era altri che John Lennon, membro dei leggendari Beatles. Ad un certo punto della sua carriera artistica Lennon prese coscienza del suo potere di comunicazione e scelse consapevolmente di utilizzare il suo mito per fare la differenza, per accendere le coscienze risvegliandole di fronte all'inutilità di una guerra che non si poteva vincere.

Il documentario di David Leaf e John Scheinfeld, molto classico nella struttura e nel modo di argomentare, illustra gli effetti che la permanenza negli Stati Uniti di John Lennon ebbe sul movimento pacifista e della lotta che l'establishment mosse contro di lui per espellerlo in quanto persona non grata. Vengono usate molti filmati di repertorio, alcuni di qualità molto scadente, quasi a rimarcarne il valore documentale ed inoltre vengono intervistati i protagonisti di quegli anni, dal leader delle Black Panthers Bobby Seale fino a Noam Chomsky, passando per agenti del FBI attivi durante quegli anni durissimi, fatti di intercettazioni telefoniche, pedinamenti ed altri espedienti al di là della legge, tutti usati per screditare chi poteva scuotere le coscienze dal conformismo nixoniano. Già ai tempi di "Revolution" si era capito che Lennon era ad una svolta, ma il vero capolavoro, diventato poi inno dell'antimilitarismo, era "Give peace a chance", date un opportunità alla pace, la cui portata viene giustamente paragonata a "We shall overcome", inno di Peter Seeger composto in onore delle lotte per i diritti civili.

Il John Lennon che emerge dal documentario di Leaf-Scheinfeld è lontano dal Guru trasmesso dalla tradizione posteriore alla sua tragica scomparsa avvenuta nel dicembre del 1980, ed anzi ne viene sottolineata la grande umanità, quasi ai limiti di un'ingenuità fanciullesca. Yoko Ono viene rappresentata come una figura di grande importanza ma complementare nella vita del musicista, lontana dalle sfumature sinistre che l'hanno caratterizzata nella coscienza dei fan e dei media. È un film che non aggiunge forse nulla di nuovo al personaggio e alla storia degli Stati Uniti, ma che vale la pena vedere, per vivere o per riguardare da una prospettiva differente quegli anni frenetici sospesi tra prepotenza del sistema e coscienza civile. Una frase erroneamente attribuita a Thomas Jefferson recita "il prezzo della libertà è l'eterna vigilanza", ed è questo il vero messaggio perpetuato da Lennnon, che può essere passato alle generazioni successive anche attraverso le gesta di un musicista.

La frase: "Pace. Devi venderla perché la casalinga possa pensare: 'c'è la pace c'è la guerra': allora sono due prodotti".

Mauro Corso