martedì 21 giugno 2016

Scala evolutiva dei livelli di vincolo umano di Rolando Toro

Il modo in cui gli individui si vincolano con i loro simili è cambiato attraverso la storia. Originalmente le forme di vincolo furono solidali e organiche; l’istinto di vincolo intra-specie e la necessità di sopravvivenza conducevano naturalmente alla convivenza.

Il vincolo fra uomo e donna era complementario, non autoritario. Le relazioni con la natura e la cura dei bambini davano alle donne un posto speciale all’interno della comunità; la guarigione, gli alimenti, i riti di fertilità e il raccolto erano preferibilmente femminili. La caccia, la protezione del territorio e la fabbricazione di utensili era compito degli uomini. La scoperta della cosiddetta “Prima Venere di Wilendorf” (30 mila anni A.C), che fa risaltare nella donna i suoi organi di riproduzione e il suo petto nutritivo, sembrano confermare questa ipotesi.

Con l’apparizione del Patriarcato sorse l’autoritarismo e il maschilismo. L’evoluzione delle relazioni umane entrò in un processo di decadenza attraverso i secoli.

Il Panteismo, che si manifestava nel vincolo cosmico con le divinità della natura, fu sostituito dalle religioni con dei antropomorfi. La paura degli dei terribili condusse alla credenza che si dovessero placare mediante sacrifici e sofferenze; questa struttura religiosa si è conservata sino ai nostri giorni.

Attualmente il vincolo umano è egocentrico, si caratterizza per lo sfruttamento e l’assassinio. Le guerre attuali hanno raggiunto una distruttività senza precedenti. Le Istituzioni degli Stati, come la Unesco e l’Onu, le Conferenze di Pace hanno proposto forme di regolazione della violenza, leggi, concetti deontologici e morali, ma hanno fallito spettacolarmente; l’ oscenità bellica continua ad essere presente nel mondo.

In questo testo desidero dare una visione approssimativa sull’evoluzione delle forme di vincolo interumano. Questa scala di vincolo è incompleta, ma ci permette vedere con chiarezza la naturalezza dei cambiamenti:

1. Individualismo 
La nozione filosofica dell’individualismo sorse in Gran Bretagna, con le idee di Adam Smith e Jeremy Bertham. 

Spesso si è concepito l’individuo come “atomo sociale”. Questa idea si relaziona con il liberalismo economico, in quanto esiste libertà per sviluppare l’esistenza indipendentemente dal resto del mondo. La speculazione economica si pratica a livello mondiale. L’individualismo fu concettualizzato da Alexis Toqueville. 

Esiste un abisso fra “identità e alterità”, descritta da Ortega Y Gasset. Questa forma di vincolo individualista è la più corrente, le sue conseguenze sono l’aggressività, la solitudine, l’ingiustizia e la sofferenza che circondano milioni di esseri umani. 

Individualismo e autoritarismo vanno insieme. 

Teodor Adorno descrisse rigorosamente la personalità autoritaria, le sue caratteristiche ed effetti sociali e politici; basta menzionare i regimi autoritari in cui gli esseri umani sono nullità 

Il razzismo, la percezione dell’Altro come creatura umana sacra, non esiste. La sua vita è proprietà dello stato. L’olocausto ebreo costituisce l’espressione estrema del razzismo, i Gulag russi, il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki rappresentano la visione più barbara dell’essere umano e l’azione di grandi psicopatici. 

Nella prospettiva psicologica e psicoterapeutica, l’individualismo si è associato alla autoreferenzialità, alla fiducia in se stessi, ai meccanismi di difesa, alla libertà di decisione, all’autonomia e al diritto di proprietà. 
In questa linea, la nozione di vincolo non esiste, le persone sono reificate. Così per esempio, gli individualisti considerano la persona amata come loro proprietà. 

Frtz Pearls sintetizzò in una sua famosa frase, lo spirito individualista del vincolo con la psicoterapia: 

“io sono io tu sei tu 
non sono qui per soddisfare le tue aspettative 
tu non sei qui per soddisfare le mie. 
Se ci incontriamo bene se non ci incontriamo, bene. 
Se noi non ci incontriamo, non succede niente.” 

L’individualismo è nella scala più bassa dell’evoluzione del vincolo. 


2. Personalismo: 
Il personalismo consiste nella capacità di alcuni esseri umani di “ fare risuonare la loro voce attraverso la maschera”. 
Etimologicamente la parola “persona” deriva da “maschera”. Gli attori greci facevano risuonare la loro voce, durante la presentazione delle tragedie, attraverso una maschera. 
Nel personalismo sorge la condizione di protagonismo di un individuo che “si fa udire” per le sue caratteristiche personali e le sue capacità di rappresentare un personaggio. La personalità, secondo Socrate, è più rappresentativa che l’Essere. La persona è al disopra dell’essere, del cosmo e dello stato. 

Leibniz proponeva che “la persona è una creatura razionale con il sentimento di essere padrone delle sue proprie azioni”. 
Kant esprimeva che “l’individuo è sottomesso a leggi proprie stabilite dalla sua propria ragione”. La personalità è la capacità di esercitare la sua libertà come un essere razionale, che possiede regole morali proprie. Kant, nonostante, insiste sull’importanza dell’etica come qualcosa inerente all’individuo. 
La libertà di azione significa avere indipendenza di fronte al meccanismo dell’intera natura, non c’è integrazione con il cosmo. 

Anche Max Scheler fonda i suoi atti in se stesso. Pensa che la persona non è un essere naturale o dipendente da uno spirito cosmico. L’uomo ha un luogo “di fronte” al Cosmo. 
Scheler elaborò filosoficamente i concetti di simpatia ed empatia. 
Essere simpatico significa essere gradevole e ricettivo; non esiste, senza dubbio, un compromesso affettivo profondo. 

3. Priorità di noi e del dialogo:
Martin Buber, Paulo Freire, Pichon Riviere hanno dato un passo importante nell’evoluzione del vincolo. 
Riconoscono nell’essere umano “un essere relazionale”. Propongono un dialogo affettivo, il giudizio critico e la pratica di un’educazione alla libertà e alla giustizia sociale. 
Questa apertura rappresenta un avanzamento nella scala evolutiva del vincolo umano. La teoria del dialogo si orienta, in questi autori, principalmente nella comunicazione verbale affettiva e solidale. 

Ciò nonostante, la scienza ha attualmente descritto altri “linguaggi silenziosi”, come il dialogo delle carezze, il dialogo psicotonico di Fast, il dialogo gestuale e il dialogo dello sguardo. 

Si è potuto misurare l’influenza di queste diverse forme di dialogo nel sistema ormonale e immunologico. 
L’abbraccio e la carezza sono forme di dialogo nutritive e terapeutiche. Martin Buber ha richiamato l’attenzione sulla profonda importanza dell’erotismo del dialogo.

4. Espressione dell’identità con l’Altro: 
Jean Piaget ha rivelato che l’identità si manifesta e sviluppa solo nella relazione con le altre persone. 

“L’Altro” è indispensabile per l’espressione reciproca dei potenziali. I sistemi solipsistici non hanno effetto nella crescita esistenziale. 
L’Altro è un fattore dell’ambiente ecologico arricchito che nella convivenza stimola l’espressione dell’identità. 
In Biodanza si stimola il vincolo interumano nei suoi molteplici aspetti e si impara a qualificare l’Altro, a valorizzarlo affettivamente e a celebrarlo con amore. 

Piaget collocò il paradosso che per essere unico è necessario essere con gli altri. 

5. Empatia: 
L’empatia è la capacità di percepire e comprendere gli stati mentali dell’altra persona. 
È una condizione indispensabile per lo sviluppo sociale ed è profondamente radicata nel nostro cervello. 

Theodore Lips fu il primo a sviluppare il concetto di empatia. Inizialmente lo applicò nell’esperienza estetica di fronte ad un’opera e propose di stabilire la relazione fra l’artista e la sua opera. 

In psicologia e neuroscienze il termine si riferisce alla “capacità di percepire, immaginare e comprendere direttamente lo stato mentale e il comportamento “dell’Altro”; è, in fondo, mettersi al posto dell’Altro. L’empatia permette di riconoscere l’Altro come Simile. 

L’incapacità di riconoscere nell’altro un’emozione corrisponde alla incapacità di provarla in se stessi. L’empatia non consiste solo nel percepire l’emozione dell’Altro, ma può anche stimolare la sensazione. 
Il cervello maschile mostra una capacità empatica minore di quello femminile. 

Altri pensatori che hanno studiato a fondo il fenomeno dell’empatia sono: Edith Stein, S.M. Avenanti, V. Betty. 

Oggigiorno l’empatia è un tema intensivo nella relazione con le cellule cerebrali specchio. 

L’empatia si può coltivare con un’educazione adeguata. L’empatia è una facoltà dell’incosciente vitale, una forma di risonanza neurologica di coerenza con l’identità dell’Altro; costituisce una capacità visionaria in cui la coscienza partecipa tardivamente. 

Ascoltare e indovinare ciò che succede nell’Altro costituisce un fenomeno di espansione di coscienza e una forma di vincolo evoluto. 

6. Epifania dell’incontro:
Il filosofo Emmanuel Levinas ha rivelato la più elevata forma di vincolo; “il guardare negli occhi”; l’estasi della fusione con l’altro; si tratta di arrivare a essere uno con l’altro. 

La relazione interumana non è asimmetrica come nell’empatia. 
È un vincolo reciproco con “l’Altro-infinito”, con l’estraneo che mai si conosce totalmente. 
L’altro ospita ed è ospitato a sua volta reciprocamente attraverso il mettersi di fronte faccia a faccia; è l’approssimarsi assoluto dell’estraneo nel mondo privato. 
Attraverso lo sguardo, ambedue raggiungono l’unione del sacro in un atto di epifania e di estasi. 

Levinas, secondo ciò che penso, ha descritto il livello più evoluto nella scala del vincolo.

Sintesi della scala evolutiva del vincolo 
1. Individualismo anarchico (Max Weber, Fritz Peris): Io sono Io di fronte all’altro e al Cosmo. 
2. Personalismo e collettivismo (Stalin, Hitler): ascoltare la mia voce attraverso la maschera. Pericolo di informazioni false o tossiche. Leadership autoritaria. 
3. Priorità del “noi” e del dialogo; 
4. Nutrimento reciproco dell’identità con l’Altro (Jean Piaget, Psicologia e Epistemologia dell’identità): permette l’espressione dei potenziali. 
5. Empatia (H. Lips, Edith Stein): mettersi al posto dell’altro. 
6. Epifania dell’incontro (Emmanuel Levinas): unire il sacro di se stessi con il sacro dell’Altro. 

Nota: a partire dal terzo punto della scala evolutiva del Vincolo, comincia il progresso delle relazioni fra umani. I primi due scalini sono dissociativi e altamente distruttivi. I seguenti sono integrativi. Questi livelli di vincolo integrativo sono stimolati dal Sistema Biodanza.


Tratto da Rolando Toro, “Bollettino AIEB mensile di Biodanza n° 6 Ottobre 2007”

2 commenti:

  1. Mi piacerebbe discutere rispetto alla frase di Pearls. Nonostante non provenga da quel tipo di corrente psicologica ritengo che il senso della frase non abbia a che fare con l'individualismo, bensì con una sana protezione della propria identità.Nel corso delle prime relazioni tra il bambino ed i caregivers succede inevitabilmente che alcuni bisogni non vengano soddisfatti e che per sopravvivere psicologicamente il bambino sviluppi degli schemi detti "maladattivi", che possono accompagnarci per tutta la vita . Tra questi ci sono anche degli schemi che hanno che fare con il vivere la propria esistenza come funzionale alla soddisfazione dei bisogni altrui e non dei propri. Divenire consapevoli di questo è allora fondamentale per recuperare un'identità sana che , consentendo la soddisfazione dei propri bisogni, consente di aprirsi agli altri in maniera autentica, oggettuale e non narcisistica. E' questo il senso di questa frase, tutt'altro che individualista! PaolaFeelgood

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  2. Grazie PaolaFeelgood per il tuo intervento che mi trova in buona parte d'accordo come già ebbi modo di postare in questo articolo di sei anni fa
    http://www.biodanzando.it/la-biodanza-di-rolando-toro-e-la-gestalt-di-fritz-perls.html

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