Il modo in cui gli individui si
vincolano con i loro simili è cambiato attraverso la storia. Originalmente le
forme di vincolo furono solidali e organiche; l’istinto di vincolo intra-specie
e la necessità di sopravvivenza conducevano naturalmente alla convivenza.
Il vincolo fra uomo e donna era
complementario, non autoritario. Le relazioni con la natura e la cura dei bambini
davano alle donne un posto speciale all’interno della comunità; la guarigione,
gli alimenti, i riti di fertilità e il raccolto erano preferibilmente
femminili. La caccia, la protezione del territorio e la fabbricazione di
utensili era compito degli uomini. La scoperta della cosiddetta “Prima Venere
di Wilendorf” (30 mila anni A.C), che fa risaltare nella donna i suoi organi di
riproduzione e il suo petto nutritivo, sembrano confermare questa ipotesi.
Con l’apparizione del Patriarcato
sorse l’autoritarismo e il maschilismo. L’evoluzione delle relazioni umane
entrò in un processo di decadenza attraverso i secoli.
Il Panteismo, che si manifestava
nel vincolo cosmico con le divinità della natura, fu sostituito dalle religioni
con dei antropomorfi. La paura degli dei terribili condusse alla credenza che
si dovessero placare mediante sacrifici e sofferenze; questa struttura
religiosa si è conservata sino ai nostri giorni.
Attualmente il vincolo umano è
egocentrico, si caratterizza per lo sfruttamento e l’assassinio. Le guerre
attuali hanno raggiunto una distruttività senza precedenti. Le Istituzioni
degli Stati, come la Unesco e l’Onu, le Conferenze di Pace hanno proposto forme
di regolazione della violenza, leggi, concetti deontologici e morali, ma hanno fallito
spettacolarmente; l’ oscenità bellica continua ad essere presente nel mondo.
In questo testo desidero dare una
visione approssimativa sull’evoluzione delle forme di vincolo interumano.
Questa scala di vincolo è incompleta, ma ci permette vedere con chiarezza la
naturalezza dei cambiamenti:
1. Individualismo
La nozione filosofica dell’individualismo sorse in Gran Bretagna, con le idee di Adam Smith e Jeremy
Bertham.
Spesso si è concepito l’individuo come “atomo sociale”. Questa idea si relaziona con il liberalismo
economico, in quanto esiste libertà per sviluppare l’esistenza indipendentemente dal resto del mondo.
La speculazione economica si pratica a livello mondiale. L’individualismo fu concettualizzato da
Alexis Toqueville.
Esiste un abisso fra “identità e alterità”, descritta da Ortega Y Gasset. Questa forma di vincolo
individualista è la più corrente, le sue conseguenze sono l’aggressività, la solitudine, l’ingiustizia e la
sofferenza che circondano milioni di esseri umani.
Individualismo e autoritarismo vanno insieme.
Teodor Adorno descrisse rigorosamente la personalità autoritaria, le sue caratteristiche ed effetti
sociali e politici; basta menzionare i regimi autoritari in cui gli esseri umani sono nullità
Il razzismo, la percezione dell’Altro come creatura umana sacra, non esiste. La sua vita è proprietà
dello stato. L’olocausto ebreo costituisce l’espressione estrema del razzismo, i Gulag russi, il
bombardamento di Hiroshima e Nagasaki rappresentano la visione più barbara dell’essere umano e
l’azione di grandi psicopatici.
Nella prospettiva psicologica e psicoterapeutica, l’individualismo si è associato alla
autoreferenzialità, alla fiducia in se stessi, ai meccanismi di difesa, alla libertà di decisione,
all’autonomia e al diritto di proprietà.
In questa linea, la nozione di vincolo non esiste, le persone
sono reificate. Così per esempio, gli individualisti considerano la persona amata come loro proprietà.
Frtz Pearls sintetizzò in una sua famosa frase, lo spirito individualista del vincolo con la
psicoterapia:
“io sono io tu sei tu
non sono qui per soddisfare
le tue aspettative
tu non sei qui per soddisfare
le mie.
Se ci incontriamo bene se non ci
incontriamo, bene.
Se noi non ci incontriamo,
non succede niente.”
L’individualismo è nella scala più bassa dell’evoluzione del vincolo.
2. Personalismo:
Il personalismo consiste nella capacità di alcuni esseri umani di “ fare risuonare la loro voce attraverso
la maschera”.
Etimologicamente la parola “persona” deriva da “maschera”. Gli attori greci facevano
risuonare la loro voce, durante la presentazione delle tragedie, attraverso una maschera.
Nel personalismo sorge la condizione di protagonismo di un individuo che “si fa udire” per le sue
caratteristiche personali e le sue capacità di rappresentare un personaggio.
La personalità, secondo Socrate, è più rappresentativa che l’Essere. La persona è al disopra
dell’essere, del cosmo e dello stato.
Leibniz proponeva che “la persona è una creatura razionale con il sentimento di essere padrone delle
sue proprie azioni”.
Kant esprimeva che “l’individuo è sottomesso a leggi proprie stabilite dalla sua propria ragione”.
La personalità è la capacità di esercitare la sua libertà come un essere razionale, che possiede regole
morali proprie. Kant, nonostante, insiste sull’importanza dell’etica come qualcosa inerente
all’individuo.
La libertà di azione significa avere indipendenza di fronte al meccanismo dell’intera natura, non c’è
integrazione con il cosmo.
Anche Max Scheler fonda i suoi atti in se stesso. Pensa che la persona non è un essere naturale o
dipendente da uno spirito cosmico. L’uomo ha un luogo “di fronte” al Cosmo.
Scheler elaborò
filosoficamente i concetti di simpatia ed empatia.
Essere simpatico significa essere gradevole e
ricettivo; non esiste, senza dubbio, un compromesso affettivo profondo.
3. Priorità di noi e del dialogo:
Martin Buber, Paulo Freire, Pichon Riviere hanno dato un passo importante nell’evoluzione del
vincolo.
Riconoscono nell’essere umano “un essere relazionale”. Propongono un dialogo affettivo, il
giudizio critico e la pratica di un’educazione alla libertà e alla giustizia sociale.
Questa apertura rappresenta un avanzamento nella scala evolutiva del vincolo umano.
La teoria del dialogo si orienta, in questi autori, principalmente nella comunicazione verbale affettiva
e solidale.
Ciò nonostante, la scienza ha attualmente descritto altri “linguaggi silenziosi”, come il dialogo delle
carezze, il dialogo psicotonico di Fast, il dialogo gestuale e il dialogo dello sguardo.
Si è potuto
misurare l’influenza di queste diverse forme di dialogo nel sistema ormonale e immunologico.
L’abbraccio e la carezza sono forme di dialogo nutritive e terapeutiche.
Martin Buber ha richiamato l’attenzione sulla profonda importanza dell’erotismo del dialogo.
4. Espressione dell’identità con l’Altro:
Jean Piaget ha rivelato che l’identità si manifesta e sviluppa solo nella relazione con le altre persone.
“L’Altro” è indispensabile per l’espressione reciproca dei potenziali. I sistemi solipsistici non hanno
effetto nella crescita esistenziale.
L’Altro è un fattore dell’ambiente ecologico arricchito che nella convivenza stimola l’espressione
dell’identità.
In Biodanza si stimola il vincolo interumano nei suoi molteplici aspetti e si impara a
qualificare l’Altro, a valorizzarlo affettivamente e a celebrarlo con amore.
Piaget collocò il paradosso
che per essere unico è necessario essere con gli altri.
5. Empatia:
L’empatia è la capacità di percepire e comprendere gli stati mentali dell’altra persona.
È una
condizione indispensabile per lo sviluppo sociale ed è profondamente radicata nel nostro cervello.
Theodore Lips fu il primo a sviluppare il concetto di empatia.
Inizialmente lo applicò nell’esperienza estetica di fronte ad un’opera e propose di stabilire la relazione
fra l’artista e la sua opera.
In psicologia e neuroscienze il termine si riferisce alla “capacità di percepire, immaginare e
comprendere direttamente lo stato mentale e il comportamento “dell’Altro”; è, in fondo, mettersi al
posto dell’Altro. L’empatia permette di riconoscere l’Altro come Simile.
L’incapacità di riconoscere nell’altro un’emozione corrisponde alla incapacità di provarla in se stessi.
L’empatia non consiste solo nel percepire l’emozione dell’Altro, ma può anche stimolare la
sensazione.
Il cervello maschile mostra una capacità empatica minore di quello femminile.
Altri pensatori che hanno studiato a fondo il fenomeno dell’empatia sono: Edith Stein, S.M. Avenanti,
V. Betty.
Oggigiorno l’empatia è un tema intensivo nella relazione con le cellule cerebrali specchio.
L’empatia
si può coltivare con un’educazione adeguata.
L’empatia è una facoltà dell’incosciente vitale, una forma di risonanza neurologica di coerenza con
l’identità dell’Altro; costituisce una capacità visionaria in cui la coscienza partecipa tardivamente.
Ascoltare e indovinare ciò che succede nell’Altro costituisce un fenomeno di espansione di coscienza
e una forma di vincolo evoluto.
6. Epifania dell’incontro:
Il filosofo Emmanuel Levinas ha rivelato la più elevata forma di vincolo; “il guardare negli occhi”;
l’estasi della fusione con l’altro; si tratta di arrivare a essere uno con l’altro.
La relazione interumana
non è asimmetrica come nell’empatia.
È un vincolo reciproco con “l’Altro-infinito”, con l’estraneo
che mai si conosce totalmente.
L’altro ospita ed è ospitato a sua volta reciprocamente attraverso il mettersi di fronte faccia a faccia;
è l’approssimarsi assoluto dell’estraneo nel mondo privato.
Attraverso lo sguardo, ambedue
raggiungono l’unione del sacro in un atto di epifania e di estasi.
Levinas, secondo ciò che penso, ha descritto il livello più evoluto nella scala del vincolo.
Sintesi della scala evolutiva del vincolo
1. Individualismo anarchico (Max Weber, Fritz Peris): Io sono Io di fronte all’altro e al Cosmo.
2. Personalismo e collettivismo (Stalin, Hitler): ascoltare la mia voce attraverso la maschera.
Pericolo di informazioni false o tossiche. Leadership autoritaria.
3. Priorità del “noi” e del dialogo;
4. Nutrimento reciproco dell’identità con l’Altro (Jean Piaget, Psicologia e Epistemologia
dell’identità): permette l’espressione dei potenziali.
5. Empatia (H. Lips, Edith Stein): mettersi al posto dell’altro.
6. Epifania dell’incontro (Emmanuel Levinas): unire il sacro di se stessi con il sacro dell’Altro.
Nota: a partire dal terzo punto della scala evolutiva del Vincolo, comincia il progresso delle relazioni
fra umani. I primi due scalini sono dissociativi e altamente distruttivi. I seguenti sono
integrativi. Questi livelli di vincolo integrativo sono stimolati dal Sistema Biodanza.
Tratto da Rolando Toro, “Bollettino AIEB mensile di Biodanza n° 6 Ottobre 2007”
Mi piacerebbe discutere rispetto alla frase di Pearls. Nonostante non provenga da quel tipo di corrente psicologica ritengo che il senso della frase non abbia a che fare con l'individualismo, bensì con una sana protezione della propria identità.Nel corso delle prime relazioni tra il bambino ed i caregivers succede inevitabilmente che alcuni bisogni non vengano soddisfatti e che per sopravvivere psicologicamente il bambino sviluppi degli schemi detti "maladattivi", che possono accompagnarci per tutta la vita . Tra questi ci sono anche degli schemi che hanno che fare con il vivere la propria esistenza come funzionale alla soddisfazione dei bisogni altrui e non dei propri. Divenire consapevoli di questo è allora fondamentale per recuperare un'identità sana che , consentendo la soddisfazione dei propri bisogni, consente di aprirsi agli altri in maniera autentica, oggettuale e non narcisistica. E' questo il senso di questa frase, tutt'altro che individualista! PaolaFeelgood
RispondiEliminaGrazie PaolaFeelgood per il tuo intervento che mi trova in buona parte d'accordo come già ebbi modo di postare in questo articolo di sei anni fa
RispondiEliminahttp://www.biodanzando.it/la-biodanza-di-rolando-toro-e-la-gestalt-di-fritz-perls.html